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    Fuji171, 3 giugno 2018 21:04

    Recensione Detroit: Become Human

    Detroit: Become Human è un'avventura grafica sviluppata dalla Quantic Dream e pubblicato da Sony Interactive Entertainment per la PlayStation4, rilasciato in tutto il mondo il 25 maggio 2018. Il gioco segue la storia di tre androidi:

    • Kara, un androide governante scappato dal suo creatore per scoprire il mondo e proteggere una bambina;
    • Connor, un investigatore il cui lavoro è cacciare gli androidi senzienti;
    • Markus, un androide devoto a liberare gli altri androidi.
    Detroit: Become Human è basato sulla tech demo Kara che la Quantic Dream creò nel 2012.

     

    Affrontare le conseguenze

    Il modo in cui si interagisce con l'ambiente di Detroit non è diverso dalla formula base della Quantic Dream, è discreta e funziona abbastanza bene. Le sequenze di azione sono generalmente dei tasti da premere in un momento preciso o movimenti dell'analogico che simulano l'azione che vediamo sullo schermo. La modalità detective ti permette di scannerizare l'ambiente per ricostruire scene del crimine è un innovazione molto divertente ed è una nuova abilità per costruire uno scenario prima di eseguirlo.

    Detroit: Become Human,però,come in passato con Beyond: Due Anime, fatica a giustificare un interattività significativa nelle sue molte scene d'azione. Premere un tasto nel momento giusto mentre si sta lottando con un androide arrabbiato incoraggia un senso di partecipazione nello scontro,però bisogna sbagliare disastrosamente per fallire. Capisco che rendere i combattimenti una sfida vera e propria rischia di rompere quell'immersione rendendo il gioco  "Trial and Error",ma spesso mi sono ritrovato a desiderare che la posta in gioco fosseleggermente più alta dopo aver completato scontro dopo scontro senza impegnarmi molto. Perchè farle interattive quando gli input sembrano cosi senza senso? 

    Ovviamente, il modo primario in cui si gioca Detroit è attraverso le scelte. Ho trovato che le scelte e le vie per i finali sono molte e profone. Quantic Dream è stata furma a creare moltissime vie trasparenti attraverso diagrammi introdotti a ogni fine capitolo,che ci mostra come avremmo potuto completare il capitolo in modo diverso se avessimo fatto altre scelte,incitando a giocare ancora.

    Non tutte le scelte alternative portano ad una storia drasticamente differente,ma molte lo faranno.  A volte potrebbero portare allo stesso risultato, ma con un significato sorprendentemente diverso,potrebbero cambiare la relazione con un altro personazzio e sbloccare una via che prima non esisteva oppure potrebbe portare alla morte di un personaggio che sia di uno dei tre personeggi principali o di un personaggio di supporto (Tutti posso morire in Detroit,chi prima chi dopo),oppure a una sequenza d'azione drammatica con delle conseguenze inaspettate.

    Per me,questo è il punto forte di Detroit. Un  playthrough non è abbastanza per vedere ciò che ha da offrire,e i personaggi e l'ambientazione sono molto interessanti,cosi tanto da spingermi a giocare di nuovo con piacere i capitoli per scoprire cosa mi sono perso.

    Il mio verdetto

    Detroit: Become Human è un gioco drammatico con un interazione molto motlo polposa in questo universo sci-fi dove le tue scelte posso colpire e cambiare gli eventi in modo molto più marcato e soddisfacente che in molti altri giochi di questo genere. La storia è ben scritta e i tre personaggi principali sono stati cosi accattivanti e scritti bene che mi sono ritrovato a sentirmi in ansia quando erano in pericolo e a festeggiare quando trionfavano. Le molte scelte e le molte vie per finire la storia rendono questo nuovo gioco della Quantic Dream un must per chi ama questo genere.

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    Commenti

    Come stile assomiglia molto a un Life is Strange e simili

    9 agosto 2018 15:59
    0