Brink è un FPS sviluppato dalla Splash Damage e pubblicato da Bethesda per Pc e le console di vecchia generazione. Vede contrapporsi due fazioni, la Sicurezza e la Resistenza, che si contendono il controllo di Ark, questa città nata sopra le acque per salvare l’umanità dall’estinzione. Il giocatore è chiamato a prendere le parti di una delle due fazioni del mondo di gioco e vederla trionfare, o fallire, in base all’esito dei diversi scontri in cui si troverà coinvolto.
Per un attimo vediamo Brink superficialmente.
FPS con importanti componentistiche di parkour. Scelta della classe del personaggio, delle armi e delle abilità. Scenari sempre diversi affrontabili in multiplayer, in cui tutto sarà PvP, o in singolo con alleati e avversari comandati dal computer. Il sistema di obiettivi presente durante le missioni garantisce a ogni classe di personaggio di poter adoperare le proprie abilità per aiutare la squadra e guadagnare punti esperienza. Aiutare un alleato fornisce più punti cche uccidere l’avversario. Il gioco di squadra, quindi, è fondamentale.
Brink non ebbe molto successo perché incontrò la delusione del pubblico che si aspettava, pad alla mano, le promesse che erano state fatte ma che non vennero mantenute. Il gioco lo si può trovare gratuito su Steam.
Cerchiamo di identificare, invece, in Brink alcune caratteristiche della storia, della trama e della narrazione che mettono in rilievo un particolare: la verità opaca di un mondo in fiamme.
Nel momento in cui il giocatore deve prendere una decisione si sa ben poco di quello che sta accadendo. Conosciamo la storia di Ark e di come sia diventata una manna dal cielo per tutti, ospitando chiunque fosse in grado di fuggire dalle acque che sommergevano il pianeta. Le due fazioni in guerra sono la Sicurezza, decisa a salvare Ark, e la Resistenza, decisa invece a lasciarsi Ark alle spalle perché ormai la sopravvivenza è agli sgoccioli.
La sicurezza è guidata dal capitano Mokoena, la resistenza da fratello Chen.
Le motivazioni che spingono la gente di Ark a ribellarsi è che i Fondatori (i magnati di Ark e coloro che la progettarono) e la sicurezza detengono la maggior parte delle provviste mentre ai rifugiati viene dato poco e niente. Le persone, quindi, si armano cercando di prendersi ciò che gli spetta, di sopravvivere e, nel mentre, di creare le basi per un futuro degno di essere vissuto per i propri figli.
La trama del gioco è raccontata attraverso delle cutscenes che, però, non rendono chiara la visione del mondo di gioco, cosa che, invece, si può ottenere grazie alle registrazioni audio sbloccabili. Questo è un punto a sfavore della narrazione poiché si poteva investire più tempo nel raccontare i dettagli.
Una volta scelta la fazione, quindi, il giocatore si ritrova catapultato nel mezzo dell’azione, per conto della sicurezza o della resistenza, poco importa, perché l’obiettivo sarà sempre quello: uccidere il nemico, raggiungere l’obiettivo, andare avanti. Ma cosa si cela dietro a quegli obiettivi?
E qui entra in gioco la verità, opaca, che permea l’intera narrazione del gioco. Non importa la fazione con cui si gioca, le informazioni non saranno mai abbastanza, il giocatore affiancherà i soldati, della resistenza o della sicurezza, che si vedono spinti in un tritacarne di cui, però, conoscono pochi dettagli.
Nel briefing di missione che precede l’azione il giocatore è informato sulle conseguenze dell’azione presa ma succede davvero come viene detto? I soldati della sicurezza definiscono terroristi gli individui della resistenza che, però, sentendosi appellare in quel modo inorridiscono perché molti di loro non vogliono altro che cibo da dare ai loro figli, medicinali ai loro cari, un futuro alla propria famiglia. I guerriglieri della resistenza hanno intenzione di fuggire da Ark per cercare aiuto, definendo i membri della sicurezza dei codardi e vigliacchi che si adagiano sugli allori mentre gli altri muoiono senza sapere che anche i soldati della sicurezza soffrono delle stesse carenze di tutti gli altri, che il cibo manca per tutti, che l’acqua non viene più purificata perché manca il materiale necessario, che i Fondatori sono alla ricerca di una soluzione e hanno a cuore la salvezza di tutti, motivo primo per cui, in principio, fu creata Ark.
L’arca muore e gli animali si scannano mentre Noè prega un dio lontano dalla sua voce.
La resistenza ha come obiettivo quello di andarsene da Ark alla ricerca di terre emerse scampate alle acque dello sterminio. Fratello Chen accusa i Fondatori di voler tenere prigionieri su Ark le persone come loro schiave. C’è vita al di fuori di Ark, nelle terre emerse nell’oceano sconfinato e i Fondatori hanno provato a mettersi in contatto con l’umanità nascente ma la delegazione di Ark è stata fatta a pezzi, trucidata, senza avere possibilità di chiedere aiuto. L’obiettivo della sicurezza è impedire alla resistenza di andarsene da Ark per evitare che venga svelata la sua posizione così da poter essere al sicuro dagli stessi che hanno già ucciso la gente di Ark. Se il mondo emerso venisse a sapere di Ark e delle sue, ormai quasi esaurite, ricchezze, scoppierebbe una guerra in cui Ark risulterebbe sconfitta in partenza perché non avrebbe i mezzi necessari per difendersi. La resistenza non è a conoscenza di questi fatti e lotta con tutte le proprie forze per mettersi in contatto con l’esterno mentre la sicurezza tenta l’opposto. Il dialogo, unico mezzo per cui Ark si sarebbe potuta salvare, insieme, è ormai impossibile da attuare, l’uomo brama il sangue dell’altro uomo.
Le due fazioni si scontrano, sanguinano, muoiono e non ottengono niente. Le vittorie sono effimere, l’unica costante è un logoramento perpetuo dell’animo e dei corpi della gente di Ark.
Il giocatore può sperimentare entrambi i punti di vista e rendersi conto che non c’è soluzione, non c’è giustizia, non c’è speranza, solo una lotta che vedrà morire troppa gente innocente.
Una volta che il giocatore avrà visto entrambi i finali la voce narrante si rivolge direttamente alla persona dietro lo schermo. “Ora hai visto tutto”, ora conosci entrambe le storie, sai che non c’è verità, che non c’è via di fuga, ci sono solo gli uomini e la guerra.
“Scimmie che ritornano al mare”.
Nel panorama videoludico spesso quando dobbiamo prendere una decisione su con quale fazione schierarci abbiamo una chiara veduta su chi sono “i buoni” e chi invece “i cattivi” o, comunque, ci sono motivazioni diverse che ci permettono di tendere per gli uni o gli altri. In Ark no, c’è solo una bugia a cui aderire rendendosi conto che è una falsità soltanto procedendo nelle missioni, soltanto andando avanti il giocatore si rende conto di aver aderito ad una bugia assurta come verità e ideologia incontrastabile per cui gli altri, coloro per i quali un’altra bugia è diventata verità, devono versare sangue.
Alla fine del gioco si vede una nave che lentamente si avvicina ad Ark.
Il preludio della guerra prospettata dalla sicurezza o il vento di salvezza in cui sperava la resistenza?
La fine o la salvezza di Ark?
Non importa.
Fa sorridere come Brink sia stato snobbato, e Dirty Bomb, che è quasi identico nelle meccaniche, si ancora abbondantemente giocato su steam. Certo, il fatto che quest'ultimo sia free potrebbe aver aiutato.