Sono sempre stato un appassionato della saga Alien, o meglio, ho sempre apprezzato i primi due film, così diversi tra loro tanto da piacermi per diversi motivi. In particolare il primo Alien è il mio horror fantascientifico preferito. Negli anni si sono susseguite tanti tentativi di adattamento in videogioco dei film, tra i più riusciti c'è forse Alien Trilogy, che giocai su PlayStation 1. Ma l'apice dell'adattamento si è ottenuto con Alien: Isolation, un survival horror pubblicato nel 2014 (quanto tempo è già passato).
Il sensore di movimento sarà il nostro migliore amico
Terrore conosciuto
Il gioco è ambientato tra il primo e il secondo film, infatti vestiremo i panni di Amanda Ripley, la figlia di Ellen. Dopo aver ricevuto informazioni riguardanti la madre, Amanda deciderà di recarsi sulla stazione Sevastopol alla ricerca della scatola nera della nave Nostromo (quella del primo film), in modo da poter finalmente fare luce sulla misteriosa scomparsa di Ellen. Ovviamente ciò che troverà al proprio arrivo, dopo un attracco piuttosto rocambolesco, sarà una stazione spaziale devastata dal panico dei suoi occupanti. All'interno dei cupi corridoi pare infatti aggirarsi un mostro (e noi sappiamo bene di chi si tratti) che uccide e rapisce la gente. La nostra missione diventerà molto più complessa delle previsto quindi. Da una parte dovremo riuscire a crearci degli alleati che ci permetteranno di accedere alle zone interdette della stazione, dall'altra saremo costantemente braccati dal mostro alieno e dagli androidi della stazione, entrati in modalità di sicurezza, che non ci penseranno due volte ad attaccarci.
No, non vuole darci un bacino!
Tutta sua mamma
Con queste premesse sarà subito ben chiaro lo stile di gioco che ci attende. Amanda non è un soldato, è un ingegnere (come sua madre), non ha quindi alcun addestramento sulle armi, ma ha dalla sua una mente di tutto rispetto, che le permetterà, con pochi elementi, di costruire ogni sorta di strumento adatto a difendersi e distrarre i nemici. Questo si traduce in uno stile di gioco molto lento e ragionato, dove per gran parte del tempo staremo nascosti (dietro scrivanie, dentro armadietti, ecc.), ma che al tempo stesso aiuta molto a generare il senso di tensione che si percepiva nel primo film. Dalla nostra parte avremo un sistema di creazione di oggetti veramente ben fatto. Le componenti saranno poche, ma le combinazioni risulteranno adatte ad ogni esigenza, e veloci da realizzare. Ovviamente sarà necessario trovare gli schemi per potenziare i nostri unici mezzi di difesa contro i vari avversari. Avremo anche accesso alle armi, ma non saranno mai la nostra prima scelta nell'approccio da adottare, specialmente quando ci troveremo faccia a faccia con l'alieno, unico nemico che non potremo mai uccidere con le armi convenzionali. Anzi, spesso si trasformerà in un'arma da attirare verso altri nemici.
Se non lo guardo, lui non mi vede, giusto?
Conclusione
Per concludere Alien: Isolation è il gioco che tutti i fan della saga, specialmente del primo iconico film, aspettavano. Un horror ad alta tensione, con una grafica magnifica che rende perfettamente le tinte del film su schermo, e con un antagonista temibile e letale come ci si aspetta che sia. Piccola nota proprio sull'alieno: non pensate che sia una bestia stupida come qualsiasi altra. Esso è una macchina di morte fatta e finita, e così è stata concepita dagli sviluppatori che l'hanno reso intelligente. L'alieno infatti imparerà le nostre tattiche più utilizzate. Usare sempre lo stesso tipo di congegno per distrarlo dopo un po' non avrà affetto, perché ormai avrà imparato che si tratta di un trucco. Così come nascondersi sempre nello stesso luogo alla fine risulterà inutile. Insomma, dovremo sempre essere più scaltri e intelligenti di lui.